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Di Villapiana (CS), nato a Castrovillari il 29-09-1984, scopre il fascino dell’arte da piccolo osservando i dipinti delle chiese bizantine di Plataci, mostrando fin da adolescente una grande sensibilità ed una spiccata propensione verso la manualità e l’arte. Da sempre interessato alla storia della colonia antica di Sibari, al passato dei suoi luoghi ed ai profumi dei suoi posti che segnano l’impronta del suo tratto artistico.
Afferma: “ogni momento è quello giusto per guardarsi intorno e lasciarsi ispirare dai profumi e dai colori della propria terra”. Dopo anni di studi da autodidatta sull’arte e la partecipazione a due concorsi locali “Tra Cielo e Mare” (prima e seconda edizione), inizia a sperimentare la ricerca di un proprio stile realizzando una prima collezione “Il Meta-morfismo”, una rivisitazione del classicismo Greco, che ha permesso all’artista di affinare le sue tecniche nella lavorazione a sbalzo su metallo e nella pittura, sempre in continuo trasformismo portandolo ad una profonda riflessione sulla propria sensibilità artistica.Le sue opere metafisiche, pur ispirandosi a un passato d’irripetibile grandezza, vogliono denunciare, attraverso i loro simboli, anche i mali che oggi affliggono la Calabria. E’ come un contro-canto tra passato e presente e un possibile futuro che per realizzarsi ha bisogno di riscoprire il proprio passato. La massima “Conosci Te Stesso”, forse più che mai vale in questo momento storico per una terra, così ricca di contraddizioni.Il suo obiettivo è di far conoscere, attraverso la pittura, il passato ma anche il dimenticato, tecniche antiche che possono essere rivisitate o semplicemente accostate a nuove tecniche.
Ogni opera può raccontare in maniera del tutto nuova i parallelismi, l’evoluzione delle nostre città, dove convive la parte storica, quella moderna e poi i crolli, i ghetti, i quartieri popolati e popolosi, i cattivi odori, le piazze, le pazze, le puzze, le belle e le anime di una città.Le opere tendono a riflettere le strutture fisiche e sociali che convivono in uno strano ed asimmetrico equilibrio.
Nel 2009 si è laureato in ingegneria civile presso l’UNICAL. Ha esposto in molte città italiane tra cui Venezia, Firenze, Pontassieve, Macerata (mostra a cura di Adolfina De Stefani e del critico Gaetano Salerno), Sulmona (mostra a cura di Valentina Colella), Messina, Rende e Cosenza. Nel 2014 ha fondato il progetto artistico MeditArt la cui mostra venne inaugurata dal Ministro degli affari regionali Maria Carmela Lanzetta presso l’Aula Magna dell’Unical di Rende. Sempre nel 2014 firma due lavori con l’artista Roberto Assenza, il “Triscele”, lavorazione a Sbalzo  e “Mediterraneo un mare di culture”, oro graffito su vetro blu di Murano).  Ha esposto in diverse città della Calabria con il progetto Calabria Itinerante a cura dell’Architetto Pasquale De Masi e Claudia Viola. Il 18 maggio 2016, il Convento francescano di Paola ha donato una sua opera a Papa Francesco. Fra i maggiori riconoscimenti ricevuti il Primo premio internazionale Scarabocchio d’Artista nel 2014, GalArte nel 2015, Menzione di merito da parte del Museo Picasso di Malaga (Spagna), Tela del mese di Luglio 2015 nell’ambito dell’iniziativa Pittura e dintorni. E’ stato inoltre selezionato per la galleria ArtUp Close di New York nel 2016 e, nello stesso anno, si è aggiudicato il secondo posto nell’ambito della mostra collettiva Geni comuni tenutasi presso il Museo del Presente di Rende. Ha partecipato alla residenza artistica internazionale Bocs art di Cosenza nella sessione Luglio 2017,espone a Palermo presso Artè nella prima casa futurista d’Italia nel Dicembre dello stesso anno. 
Nel Maggio 2018 cura la nascita del primo Museo d'Arte Contemporanea dell'Alto Jonio Cosentino il "MAVI", diventandone Direttore. In 17 anni di produzioni ha realizzato le collezioni Impronte, LiberaMi e Ascoltati. Ventimiglia è autore del Tripode delfico in rame, ispirato alla monetazione antica della città jonica di Crotone , che compare nel progetto Aspis, condiviso con Luca Piscitelli.
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